I ricercatori dell’Addenbrooke’s Hospital, a Cambridge, hanno combinato i dati di oltre 11.000 pazienti con carcinoma mammario HER2+ in fase iniziale trattate con trastuzumab per 9 settimane o 6 mesi rispetto all’attuale standard di 12 mesi. Hanno scoperto che il trattamento per 6 mesi non era inferiore al proseguimento del trattamento per 12 mesi, senza differenze significative nei tassi di sopravvivenza libera da malattia invasiva a 5 anni. Con il trattamento di 9 settimane, invece, è stata osservata una riduzione dei tassi di sopravvivenza libera da malattia invasiva rispetto ai 12 mesi. La ricerca è stata presentata al meeting annuale 2021 della European Society for Medical Oncology (ESMO) il 17 settembre.
Per l’analisi, il team ha esaminato i dati di cinque studi randomizzati, controllati, di non inferiorità, sulla durata del trastuzumab nel carcinoma mammario HER2+ in fase iniziale. Tre hanno confrontato gli effetti di un trattamento di 12 mesi rispetto a un trattamento di 6 mesi: PERSEPHONE, con 4.088 pazienti; PHARE, con 3.380 pazienti e HORG, con 493 pazienti. Gli altri due hanno esaminato l’efficacia di un trattamento di 12 mesi rispetto a 9 settimane: SOLD, con 2.174 pazienti e SHORT-HER, con 1.254 pazienti. Complessivamente sono stati inclusi nell’analisi 11.389 pazienti.
Mettendo insieme i cinque studi, il tasso di sopravvivenza libera da malattia invasiva a 5 anni era dell’88,46% per il trattamento di 12 mesi rispetto a 86,87% per periodi di trattamento più brevi. I tassi di sopravvivenza libera da malattia invasiva a 5 anni erano rispettivamente dell’89,26% e dell’88,56%, per il trattamento di 12 e di 6 mesi; mentre dai due studi sul trattamento a 9 settimane è emerso un tasso di sopravvivenza a 12 mesi del 91,4% , contro l’89,2% del trattamento di 9 settimane, la differenza è risultata statisticamente significativa.
ESMO Congress 2021: Abstract LBA11.